giovedì 26 maggio 2011

La verità su Luigi Fallico

A Roma fa un caldo asfissiante fino alle 16, poi l'umidità sale al 95 per cento, viene giù il diluvio per venticinque minuti, infine smette, e tutto diventa appiccicoso. é difficile persino riflettere, stretti nella morsa del bollore. Più facile ovviamente è chiudere gli occhi, lasciarsi andare a letture stimolanti, rifugiarsi in un locale climatizzato e bere qualcosa di fresco e gasato. Poi, come uno schiaffo sul collo, mentre bevi, ti arriva addosso una gelida ventata di realtà. Un tuo amico è morto a 59 anni, di infarto. Ed è la vita, il balletto che s'interrompe, l'illusione che viene meno, di colpo. Noi crediamo di avere il controllo, non del mondo, ma per lo meno delle nostre azioni, e possiamo affermare con certezza, quello che ci toccherà per il domani prossimo. Possiamo avere un agenda della settimana, più o meno fitta, e seguirla scrupolosamente, ma se tutto è scritto, o nulla è scritto, non sembra importare, poiché siamo in balia di qualcosa che non conosciamo, e che indaghiamo da secoli. Speculazioni, filosofie, parole, lettere e pensieri. Terra e argilla, poi acqua e calce. La carne cade e si disfa, per tutti.
Ma la morte arriva ovunque, dotata di longa manus, nei letti degli ospedali, per strada, in una villa, in mare, in montagna, sotto la pioggia battente, o fra il fuoco che ustiona. A volte nel sonno e per chi resta questo ha un non so che di consolatorio.
Arriva anche in carcere. Ed è uguale? é la stessa morte? Che differenza c'è fra libertà e prigionia? Domande senza risposta certa.
Domande, sempre domande e mai risposte. Abbiamo delle doti: l'intelletto, la memoria, l'arguzia e la costanza. Usiamole sempre.
Luigi, da noi amici detto Gigi, non "corniciaio" che era il suo mestiere, né tantomeno gatto, era una buona persona, dotata di questi talenti, con un solo difetto: aveva una forte connotazione ideologica. Naturalistica delle idee politiche, potrebbe intitolarsi un libro di saggistica figlio di anni che ancora pesano e gravano con tutta la loro mole sull'adesso. In Italia c'è stato il fascismo, e negli anni di piombo, il terrorismo, rosso e nero. Poi c'è stato lo stragismo, a detta di molti, forse di tutti, di stato, tattico e cinico. Sta di fatto che oggi puoi essere fascista e politico, senza temere molto. Ma se sei di sinistra, e sbagli a parlare, sei fritto. Il comunista non può dire in un negozio le stesse cose che i camerati dicono a Casa Pound, o a via Livorno, perché se lo fa, diventa un terrorista, o peggio, uno pseudo terrorista, e questo qui da noi, è grave. é come essere gay in Iran, scusate il paragone.
I giornali hanno scritto di tutto. Cose comiche davvero. Ci si rende conto, leggendo, del dilettantismo della professione, che si vanta anche di avere un albo professionale. Intercettazioni mischiate a dichiarazioni, confusione fra un filone del processo e un altro, nomi sbagliati, date sovrapposte e prove che, mentre nella realtà ad oggi mancano, nella carta stampata diventano tante e fanno paura a chi legge. Arsenale (due pistole), esplosivo (mai specificata quantità e tipologia). La retorica dei giornali è squallida. Stop.
I documenti, la cosiddetta scaletta, è un foglio con delle annotazioni in punti. Chi ha letto i documenti BR (facilmente reperibili) sa cos'è un vademecum brigatista. L'accostamento è oltremodo sforzato, e ci sono mille modi per dimostrare che la carcerazione di Luigi Fallico era ingiusta e poteva aver luogo solo in Italia e solo con le tipologie politiche presenti in Italia. Il fantomatico garage con le armi non è stato mai trovato. La Digos lo ha cercato all'impazzata, con frenesia, interrogando amici che come me, con Gigi ci parlavano in virtù di un'amicizia e di una comunanza politica che non è reato né mistero. E non lo ha trovato. Però la parola arsenale è rimasta come se fosse stato trovato, indelebile e riproposta a ogni trafiletto, in cui alle poche novità del processo si accostava un riassuntino errato e superficiale della vicenda. Ma se l'arsenale già c'è, o meglio c'era, diciamo ci sarebbe, allora perché si cercava un ulteriore garage o locale adibito a deposito di armi (memorabile l'appello della Digos ai residenti di casal bruciato).
Se la cosiddetta scaletta doveva servire per dare dettati strategici sul piano della dottrina e del reclutamento, come si spiega che Gigi non ha mai, e dico mai, fatto dei discorsi in questo senso a me, studente universitario di lettere dichiaratamente appartenente a una certa sfera di idee? O alla mia ragazza? Perché con me parlava di quartieri e borgate, lavoro e welfare e non ha mai cercato di ammaliarmi o adescarmi, con discorsi intrisi di quella retorica che tutti conosciamo perché studiata e letta?
E ancora, la famosa frase: "Io questo stato lo voglio abbattere" oppure " o stai dentro o fuori all'arco" (citazione non letterale ma a memoria), cosa dimostrano? Immediatamente evidenziano una reale e tangibile delusione nei confronti dei ceti politici e dirigenziale di questo paese, roba da dover arrestare tutto il MoVimento 5 stelle domani all'alba, visto che è il loro cavallo di battaglia.
I discorsi da circolo politico, sono appunto da club. Parole che vengono dette, da tutti coloro che hanno dentro un passione per delle idee. Soprattutto da coloro che sono delusi dal prototipo politico emerso negli ultimi anni. Ma non si possono arrestare e ingabbiare delle passioni o delle parole. Si possono solo non condividere.
Non c'erano prove, quindi, ma si poteva fare l'arresto, in virtù dello spauracchio "terrorismo di sinistra". Ecco tutto.
E va bene. facciamo finta di accettarlo (ma non va bene). Gustiamoci i vari Fiore & Co. sputare veleno e succo di limone dalla bocca, che si moltiplica se la tagli come una testa di idra di lernia, su giovani con la testa rasata e la croce celtica sulla fibbia. Facciamo andare in tele persone disgustose come la Santanchè, e facciamola parlare a nome di tutti, in modo che l'intero mondo islamico pensi che tutti gli italiani siano cristiani fascisti, e in modo che un'ipotetica idea di futura società multiculturale e multirazziale, che viva in armonia, diventi definitivamente utopica. Accettiamo tutto questo, perché siamo saturi di indignazione, non possiamo più schifarci oltre. Ma dobbiamo accettare che un'autorità preposta alla vigilanza e alla custodia dei detenuti dica no a una richiesta di ricovero pervenuta dalla rappresentanza legale di Gigi, in seguito a diversi malori avuti dallo stesso? Io credo di no. Credo che la burocrazia legale e giudiziaria, carceraria ovvero sociale, che ha ucciso Gigi debba terminare di esistere. Naturalmente questa persona che ha detto "NO", non si sentirà mai responsabile di questa e delle altre morti della casa circondariale di Viterbo, né sarà mai perseguito legalmente per essa. Ma l'inconsapevolezza non salva dalla colpa e la giustizia non è solo giudiziaria o divina, per chi nel divino crede e per chi al divino si affida. La responsabilità umana e irremovibile, tracciante e inestinguibile, è su colui che al grido di aiuto di un essere umano in difficoltà fisica, si tappò le orecchie.
Negando il ricovero, lo uccise.
Immaginate di stare male e di non avere il diritto alle cure. ecco è questo il punto. Poi interverranno i fatalisti, quelli del "era destino". O ancora peggio i pessimisti disfattisti, coi loro "in ospedale muoiono i sani... figurati i malati". Ecco si, forse è così. Ma le cose vanno viste per come sono andate, non per come sarebbero potute andare se chi di dovere, avesse concesso un giusto ricovero per un periodo ragionevole di osservazione clinica.
Un'ultima osservazione, strettamente legata a quanto appena scritto: ma dove doveva andare Gigi, in caso di ricovero? Da Gaucci? I ricchi hanno i mezzi per fuggire, e alcuni perfino la sfacciataggine goliardica di apparire in qualche collegamento televisivo, e parlare a "sfregio". In barba alla legge, uguale fra eguali, e a noi. Le persone semplici e oneste, come Gigi, non scappano, stanno in petto alla vita e la affrontano a testa alta. Fino alla fine.

P.s. Il funerale di Gigi si terrà sabato 28 maggio in via Sandro Sandri 73 (quartiere Casalbruciato) a Roma.
P.s. 2. Per chi ha avuto la pazienza e la voglia di leggere: i commenti sono liberi, sbloccati(non c'è bisogno di registrarsi), e graditi. Potrebbe essere interessante sviluppare un dibattito su quanto è successo, in cui ognuno esprima i suoi pensieri e le sue convinzioni.

1 commento:

  1. bravo cosimo.....nulla da aggiungere....ci vedimao sabato! giovanni

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